Sapete qual è la prima forma di marketing? Il passaparola.

Poi sono arrivate la pubblicità, le strategie, i piani di promozione… Sta di fatto, però, che nell’era dei social media il passaparola si è fatto più attuale che mai. Tanto che nel 2004 è nata la WOMMA (Word of mouth marketing association), promotrice dei Wommy Awards.

L’associazione individua cinque caratteristiche pregnanti del marketing del passaparola:

  1. Deve divulgare le caratteristiche del prodotto o del servizio.

  2. Punta a beccare gli influencer, o quantomeno gli utenti più propensi a condividere le proprie opinioni.

  3. Facilita la condivisione di informazioni e pareri.

  4. Individua i luoghi in cui queste opinioni sono condivise.

  5. Ascolta e dialoga con tutti, che siano fan, clienti occasionali o haters.

Ecco, seguire questi passi è fondamentale per gestire e migliorare la reputazione del brand. Ma non solo.

E’ per questo che la gestione del passaparola diventa un aspetto indispensabile per l’e-commerce. In attesa di conoscere la migliore campagna di “marketing del passaparola” del 2016, che sarà rivelata il prossimo 28 febbraio, cogliamo la palla al balzo per parlare di quanto le scelte dei consumatori si basino oggigiorno sulla condivisione di pareri e opinioni. E’ l’aspetto sociale del consumo, sempre esistito, che in epoca di social media diventa un ottimo spunto per nuove tecniche di vendita.

Si chiama Social commerce quel particolare ramo dell’e-commerce che consiste di vendere prodotti e servizi attraverso internet, sfruttando la presenza massiccia dei consumatori sui social media e la loro propensione a preferire nuovi stili di consumo che contemplano la collaborazione, la condivisione di esperienze di shopping, il confronto e pure il divertimento.

L’esperienza del consumo si trasforma nelle diverse piattaforme che consentono di acquistare online. I siti aziendali che permettono all’utente di lasciare un feedback sono solo una minima fetta di questo settore. La fanno da padroni le applicazioni, i siti di occasioni o di social networking: Facebook e Instagram sono in continua evoluzione in questo senso, offrendo alle aziende possibilità sempre più personalizzabili per sviluppare all’interno della piattaforma una scheda per l’acquisto, con tanto di pulsanti per condividere l’esperienza.

Si possono creare offerte, sponsorizzarle, taggare i prodotti di una foto e inserire i rispettivi prezzi con link diretto alla pagina d’acquisto, aumentando di fatto le impressions del sito.

Fino all’utilizzo di specifiche applicazioni per Facebook, come Payvment, con le quali il consumatore può acquistare senza abbandonare la piattaforma.

Ma sono le conversazioni sulla marca o sul prodotto a fare del social commerce la forma più interessante di e-commerce. Oltre a migliorare l’esperienza del cliente – che prima di acquistare può chiedere consigli, valutare le alternative e i pareri degli altri utenti – fornisce al brand utili informazioni sul sentimento del pubblico. Come dire, dietro a un like c’è di più. Il tutto, offrendo anche un ROI (ritorno dall’investimento) sui social media che valuta le visite degli acquirenti, e quanto queste si trasformano in acquisti effettivi.

Un tocco col dito e via, pronti a condividere l’opinione sul prodotto. Alimentando la forma di marketing più antica del mondo.